19 Dicembre 2003

E poi i treni. Treni sempre troppo pieni, 
o troppo vuoti, o troppo sporchi, treni che ti cullano e ti abbracciano e ti tengono caldo.
Ti ci puoi perdere in quel rumore ritmico, lento, certo, sempre uguale, rumore di ferro che batte contro il ferro, di pensieri che battono contro altri pensieri, e tu puoi finalmente chiudere gli occhi, e dormire 
per un po', e non pensare a nulla, e sentirti confortato da quel caldo, al sicuro, 
mentre lui ti porta via.

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